Chiara Zanardelli: traduzione è specializzazione

Se molti amanti delle lingue si avvicinano al mondo della traduzione attratti dall’idea di immergersi in romanzi e poesie, Chiara Zanardelli non ha avuto dubbi e ha scelto fin da subito “l’altra faccia della traduzione”: il settore tecnico. Partita da una tesi sulla localizzazione di siti Web, quando ancora questo mondo era pressoché sconosciuto in Italia, presto si è trovata alle prese con due ambiti decisamente ostici come il finanziario e il legale… scoprendo non solo che la specializzazione è l’unica via per affermarsi in un mondo altamente competitivo come quello della traduzione, ma anche che se ne possono trarre grandi soddisfazioni!

A TradPro 2018 – Una giornata di formazione e networking per traduttori e professionisti delle lingue condividerà con noi la sua esperienza e ci presenterà alcune strategie utili alla ricerca del cliente diretto, partendo dall’identificazione del target e dall’ascolto delle sue esigenze specifiche. Naturalmente senza fornirci formule magiche, ma dandoci suggerimenti utili per ampliare il nostro portafoglio clienti in modo razionale ed efficace. 

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Raccontaci di quando tutto ha avuto inizio: come ti sei appassionata alle lingue straniere? E quando hai capito che sarebbero diventate il tuo pane quotidiano?

È iniziato tutto alle scuole elementari: diversamente da oggi l’insegnamento della lingua straniera non era incluso nel piano formativo, ma la scuola organizzava diverse attività extracurricolari pomeridiane. Visto il mio scarso interesse per lo sport, ho scelto l’iscrizione a un corso d’inglese che ha stimolato da subito il mio interesse. L’insegnante Terry, che ricordo ancora benissimo dopo tanti anni, sapeva trasmettere tutta la sua passione per la lingua e con disegni, giochi e canzoni mi ha letteralmente conquistata. Oggi questo approccio è quasi la norma, ma vi assicuro che alla fine degli anni Ottanta i metodi insegnamento erano molto diversi. Nonostante questa passione per l’inglese mi abbia accompagnata negli anni (tanto da aver esasperato più volte la mia famiglia per mandarmi in vacanza all’estero), è stato solo al momento della scelta universitaria che ho deciso che avrei fatto delle lingue il mio lavoro.

Com’è maturata la decisione di specializzarti in due settori complessi come il finanziario e il legale? Quali difficoltà e soddisfazioni ti sta dando questa scelta?

In realtà è stato il destino a portarmi in questa direzione. Dopo la laurea e uno stage in un’agenzia di traduzione della mia città, ho iniziato a propormi per una posizione in-house. Da principio volevo occuparmi di localizzazione, dato che la mia tesi di laurea si era concentrata sulla localizzazione dei siti Web, ai tempi praticamente sconosciuta in Italia. Non avendo ricevuto alcun riscontro positivo dalle pochissime agenzie specializzate in localizzazione, ho iniziato a contattare a tappeto tutte le agenzie di traduzione presenti sul territorio milanese (nel frattempo mi stavo trasferendo a Milano). Sono così arrivate le prime risposte e i primi colloqui, e, dopo aver superato una prova di traduzione, sono stata assunta in un’agenzia specializzata quasi esclusivamente in finanza. I primi mesi non sono stati facili, anche perché nel mio percorso universitario non avevo mai seguito corsi di economia o diritto. Devo dire però che l’esposizione massiccia a bilanci, prospetti, commenti e contratti, la formazione diretta e indiretta affiancando colleghi più esperti e lo studio personale sono stati utilissimi per crescere giorno dopo giorno e sviluppare una certa passione anche per testi apparentemente noiosissimi. Vi stupirò dicendo che oggi trovo molto soddisfacente e persino divertente affrontare alcuni tipi di testi finanziari e legali.

Molti traduttori sognano di avere un posto in-house in qualche azienda o agenzia, come te a inizio carriera. Come mai hai preferito la strada del lavoro freelance? Sei soddisfatta di questa scelta, oppure ogni tanto hai qualche ripensamento?

Ho iniziato in-house e sono davvero felice di questa scelta e delle esperienze maturate a inizio carriera (come dicevo, uno stage e due posizioni in-house). Tutte esperienze utilissime, anzi fondamentali per conoscere metodi e strumenti di questo lavoro, e comprendere i meccanismi del nostro settore. Purtroppo però lavorare in-house comporta spesso lo svolgimento di diverse attività collaterali (gestione, revisione, terminologia ecc.), riducendo il tempo dedicato alla sola traduzione, soprattutto per chi è un traduttore di madrelingua italiana in Italia. Oltre a questo, la necessità di mettermi finalmente alla prova si è fatta con il tempo più pressante e, con un po’ di paura, a fine 2006 ho presentato le dimissioni. Confesso di non aver mai avuto alcun ripensamento. Innanzitutto un paio di anni dopo l’apertura della partita IVA è nata la mia prima figlia e la flessibilità (almeno a livello di orari) della libera professione è stata provvidenziale. In secondo luogo non ho mai sofferto per il fatto di lavorare da sola; naturalmente non ho mai chiuso fuori dalla porta il resto del mondo, ma frequento regolarmente a corsi di formazione, eventi del settore (come il nostro Trad-Pro) e, più in generale, di networking, e partecipo agli incontri di associazioni di categoria/freelance (Rete al Femminile, AITI ecc.). Sono soddisfatta dei risultati raggiunti in questi anni con le mie sole forze e aspiro a crescere ancora di più nei prossimi anni.

Hai un sito e un blog molto apprezzati e spesso portati a esempio dai colleghi negli incontri per traduttori. Quanto tempo ed energie investi nella costruzione della tua immagine professionale? E quali sono i vantaggi di questo investimento, nella tua esperienza?

È difficile quantificare con precisione il tempo speso nella costruzione della mia immagine professionale, anche perché alcune attività, come la gestione dei social media, vengono spesso svolte nei tempi morti della mia giornata: in attesa dell’uscita delle mie figlie da scuola, nelle sale da aspetto del medico, ecc. Il blog richiede invece un grande impegno, sia a livello mentale (nella scelta degli argomenti) sia organizzativo (il lavoro ordinario deve comunque andare avanti), e non garantisce risultati immediati. Inoltre è necessaria una certa dimestichezza nell’utilizzo degli strumenti informatici (sito, WordPress, programmi di grafica ecc.) perché, per come la vedo io, dobbiamo sempre dare un’immagine seria e professionale: un blog o un sito Web “casereccio” ha poco senso per un professionista. Meglio evitare del tutto. Come dicevo, i risultati di questo lavoro arrivano solo nel tempo. Penso che siano necessari almeno sei mesi di lavoro continuativo per ottenere i primi frutti. E con “frutti” non intendo necessariamente l’acquisizione di nuovi clienti. Parlando nello specifico del blog, sicuramente ho ottenuti ottimi risultati in termini di visibilità e discreti risultati in termini di collaborazioni lavorative. Ne parlerò con maggior dovizia di particolari nel mio intervento a Trad-Pro.

A Trad-Pro 2018 terrai un intervento dal titolo La ricerca del cliente diretto: come trovare il proprio target. Che consigli daresti a un giovane che si affaccia alla professione di traduttore e non sa come orientarsi in questo mondo?

Innanzitutto di leggere (blog, mailing list, libri, ecc.), studiare e frequentare i colleghi tramite le associazioni e gli eventi di networking per entrare nei meccanismi del settore e arrivare a scegliere in maniera consapevole una specializzazione. La specializzazione resta per me una condizione necessaria per aspirare a una crescita professionale in un settore così competitivo come il nostro. Distinguersi e rendersi in qualche modo “insostituibili” (come dice giustamente Marco Cevoli nel suo libro scontato per i partecipanti a Trad-Pro) sono fondamentali per emergere in un mercato in cui, agli occhi del cliente medio, tutti sembrano fornire lo stesso tipo di prodotto. Buttarsi sul mercato allo sbando difficilmente porta risultati nel lungo periodo, mentre partire da subito con il piede giusto è il modo migliore per renderci memorabili.

Chiara

 

Traduttrice dall’inglese e dallo spagnolo specializzata nel settore finanziario e legale con oltre dodici anni di esperienza, Chiara Zanardelli fornisce anche servizi di revisione, mentoring e consulenza sulla strategia digitale per liberi professionisti e PMI del settore linguistico. Cura il blog TraduzioneChiara, con interessanti articoli legati al mondo della finanza e del settore legale.

Scarica il Programma TradPro 2018, visita il sito e non dimenticare di iscriverti alla pagina Facebook del convegno. Ti aspettiamo il 7 aprile a Pordenone!

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