Tradurre Outlander

memorial-day-outlander-340x300Dopo Penny Dreadful e Il segreto, non potevo non raccontare l’esperienza di traduzione di un’altra di quelle serie con ambientazioni d’epoca e un certo gusto letterario che mi fanno sedere al computer con le dita frementi e un sorrisetto sulle labbra. (Anche se qui dovrei aprire una parentesi, perché noi traduttori audiovisivi siamo strane creature che dopo un paio di episodi si affezionano a qualsiasi serie, anche a quelle che di primo acchito ci hanno fatto alzare il sopracciglio e storcere il naso e digrignare i denti… ma questo è un altro discorso!)

Outlander è la trasposizione della Saga di Claire Randall della scrittrice statunitense Diane Gabaldon (Outlander Series in originale, edita in Italia da Corbaccio) e racconta le vicende di Claire, un’infermiera che si riunisce con suo marito Frank alla fine della Seconda guerra mondiale. Durante un viaggio nelle Highlands si imbatte in un misterioso cerchio di pietre, il Craigh na Dun, che la catapulta nella Scozia del 1743. Claire suo malgrado si vedrà costretta a cominciare una nuova vita irta di pericoli, tra le insidie di Jonathan Randall, un antenato di suo marito, e l’imminente guerra di indipendenza dall’Inghilterra. Grazie alle sue competenze mediche e al suo carattere decisamente spigliato Claire riesce a ritagliarsi un ruolo nel suo nuovo mondo… ma soprattutto ha l’occasione di conoscere Jamie Fraser, nipote del laird che le ha offerto ospitalità nel suo clan, e tra i due nasce un amore travolgente sempre sospeso sul filo dell’incertezza e dei paradossi temporali.

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Ho tradotto gran parte della seconda stagione di questa serie e devo dire che mi è dispiaciuto un sacco… non aver tradotto anche la prima! Fin dalle prime scene infatti salta agli occhi l’accuratezza di questa serie, con una cura particolare tanto per la sceneggiatura quanto per la fotografia dei meravigliosi paesaggi scozzesi e la ricchezza delle scenografie. E di certo un altro particolare che affascina immediatamente è la sigla, The Skye Boat Song, una versione riarrangiata di un’antica ballata scozzese con un testo ispirato addirittura a una poesia di Stevenson (se siete curiosi di saperne di più leggete qui). In genere, lo ammetto, la sigla è una parte del video in cui spesso e volentieri mando “avanti veloce” quando traduco, ma quella di Outlander va decisamente ascoltata e aiuta a entrare nell’atmosfera giusta. Se non la conoscete ascoltatela qui e giudicate da soli:

Questa serie non ha un linguaggio ricercato o poetico come Penny Dreadful, né colorito e pittoresco come Il segreto, ma mantiene tutti i pregi delle traduzioni “d’epoca”: l’inglese è lineare, privo di insidiosi slang o riferimenti pop; se capitano espressioni sconosciute o dubbie, basta una breve ricerca su un buon dizionario online per scardinare il mistero. Lo stesso vale per i riferimenti storici: per quanto una battaglia possa esserci totalmente oscura (sono io, o da queste parti Culloden Moor non si era mai sentita?), possiamo stare certi che in rete si trovano tutte le informazioni che servono per evitare scivoloni.

JAMIE Mm. Dinna fash, mo nighean donn.

La non trascurabile particolarità di Outlander però è che… non c’è soltanto l’inglese. Infatti non solo alcuni personaggi (da Jamie a Murtagh, da Colum a Dougal e così via) hanno un accento scozzese così forte che senza lo script molte frasi sarebbero totalmente incomprensibili, ma la sceneggiatura è anche infarcita di parole ed espressioni delle Highlands. Dall’onnipresente aye (sì) al premuroso dinna fash (non preoccuparti) da lad a lass, da laird a bairn a Sassenach, il testo è punteggiato di termini non del tutto comprensibili o direttamente oscuri che è meglio controllare su un buon dizionario online (io ho usato, tra gli altri, il Dictionar o the Scots Leid). In altri casi basta prendere un po’ di dimestichezza con la pronuncia scozzese per chiarirsi le ideee:

LAOGHAIRE I have changed, ye ken. ‘Twas like I didna exist. If ye willna avenge yerself, ye must leave me be.

Naturalmente gran parte di queste specificità si perdono nella traduzione italiana ed è possibile mantenerne solo qualcuna per rendere un po’ di colore. È l’annosa questione del tradimento delle traduzioni di sere TV, ma sfido davvero chiunque a vedere questa serie in originale e a capire tutto-tutto senza aver fatto un Erasmus in Scozia.

I personaggi che si incontrano nella serie sono di diverse estrazioni: da principi e nobiluomini vari a popolani e straccioni, da uomini e donne del XX secolo a quelli del XVIII. Fortunatamente la sceneggiatura è scritta molto bene e prende per mano il traduttore nel rendere le inevitabili differenze di registro. Molti dei protagonisti sono uomini d’armi dai modi piuttosto spicci, e con l’avvicinarsi della fatidica battaglia il tenore dei dialoghi spesso e volentieri è di questo tipo:

graham-mctavish-as-dougal-mackenzie-grant-orourke-as-ruper-mackenzie-episode-209jpg-6535e0_765wDOUGAL MACKENZIE Listen, lad. I ken ye’re trying to do what you think is best, but I was teaching men to fight when you were still sucking your mother’s tit, God rest her. So, I think I know a wee bit more about this than you do.

Certo, altri personaggi parlano di guerra e politica in modo un po’ più raffinato:

JARED Nevertheless, in all that time, I never heard you once voice even the slightest interest in politics. In France, to be known as a Jacobite is a badge of honor, supporters of the true faith against the heretic on the throne. But we have enemies, to be sure. Enemies that would delight in watching us dance a jig on the gallows back in England. So while the cause has many friends, only a few are called brother, and they are the ones with the fire of righteousness burning in their hearts. Tell me now, what is the fire that burns within you?

Anche il rude Murtagh, piuttosto incline al linguaggio colorito, a volte regala vere perle, con tanto di riferimento al plaid scozzese:

MURTAGH I trust ye with my life, ye ken that well. But it seems to me ye don’t trust me to know the true reason behind this– this cloth of lies we’re about to wrap ourselves in, like a plaid woven out of guile and deception.

I protagonisti Claire e Jamie non potrebbero essere più diversi: lei con il suo accento decisamente British e la risposta sempre pronta (e anche un po’ saccente, diciamolo); lui che si trasforma da rude highlander ad amante premuroso e appassionato (e viceversa) in un batter d’occhi. I loro dialoghi vertono quasi sempre sull’amore totalizzante che li lega o sui loro piani per lasciare un segno nella storia. Un po’ come noi, quando decidiamo con la nostra metà cosa preparare per cena:

CLAIRE Now… let’s talk about the future, and how we’re going to change it.

JAMIE You’re talking about stopping the Jacobite rebellion?

CLAIRE Well, that is what we agreed to, isn’t it?

JAMIE I thought we agreed to think about it? If there’s going to be a war against the British, should we not be trying to find a way to win it instead of stopping it?

CLAIRE Well, I don’t know enough details to tell you how to do that.

JAMIE Well… what–what do you know, exactly?

CLAIRE Just the general outlines of history..

JAMIE That’s not a lot to go on, Sassenach.

Un’altra particolarità di questa serie è che non solo è già un cult, ma lo è anche la saga letteraria da cui è tratta, quindi ci vuole un’attenzione ancor più speciale nella traduzione per evitare di scontentare i fan. Per fortuna in questo il traduttore non è solo: ci sono naturalmente l’adattatore con il suo lavoro impareggiabile e la produzione a occuparsi dei dettagli che fanno la differenza: ad esempio se Jamie debba chiamare Claire Sassone o Sassenach. (Belli i tempi in cui i dialoghisti di serie di culto come Star Trek potevano tradurre impunemente silicon con silicone… oggi la rete non perdona!)

landscape-1467840891-hbz-outlander-index-00In conclusione, Outlander è entrata tra le mie serie del cuore, piacevole tanto da tradurre quanto da guardare. L’unica pecca è che gli splendidi paesaggi fanno venire troppa voglia di mollare tutto e partire la Scozia… e magari fare un giro a Craigh na Dun per vedere che succede!

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6 risposte a "Tradurre Outlander"

  1. Io personalmente non sono riuscita a perdonare la traduzione di “Sassenach”. Non posso dire altro, perché ho visto solo la prima puntata in italiano dopo aver guardato per due volte le prime due stagioni in inglese senza sottotitoli (volevo capire finalmente tutti i dettagli che mi ero persa… visto che non ho fatto un Erasmus in Scozia :D), ma ho lasciato perdere più che altro per via delle voci dei doppiatori.

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