Traduzione e creatività

Tradurre è un mestiere tecnico o creativo?

Avete presente San Girolamo, il dottore della Chiesa che nel IV secolo tradusse, tra gli altri testi, la Vulgata, ovvero la Bibbia in latino? Girolamo fu un grandissimo studioso, che apprese appositamente l’ebraico per tradurre il sacro libro (c’è da dire che la deadline era piuttosto comoda… ben ventitré anni!). Eppure i contemporanei storsero un po’ il naso davanti al suo lavoro. Perché? Be’, lo spiega lui stesso in una lettera a metà tra la giustificazione e il manifesto:

Io, infatti, non solo ammetto, ma proclamo liberamente che nel tradurre i testi greci, a parte le Sacre Scritture, dove anche l’ordine delle parole è un mistero, non rendo la parola con la parola, ma il senso con il senso. (Epistulae 57, 5)

Insomma: nell’antichità il traduttore era considerato poco più che un copista e la sua virtù principale era l’assoluta fedeltà al testo; chi se ne discostava alla ricerca di una maggiore piacevolezza non veniva visto di buon occhio. Era richiesto un lavoro pressoché meccanico, che non contemplava nessuno scarto. Oggi le cose sono molto cambiate e nuovi concetti sono entrati prepotentemente nel mondo della traduzione per definirne meglio i contorni: traduzione e adattamento, traduzione e localizzazione, traduzione e transcreazione… Insomma, non basta più rendere il senso con il senso come rivendicava il santo: oggi il traduttore dev’essere totalmente invisibile, nascondendo ogni traccia della lingua di partenza e modellando il testo in base al mezzo tramite il quale viene diffuso, al pubblico di riferimento e a una lunga serie di eccetera. È un lavoro sempre più mimetico, che deve sottostare a regole ben precise. Di fronte a questo scenario, una domanda sorge spontanea: il traduttore quindi è un tecnico che applica regole o un creativo che trasforma un testo rendendolo diverso e originale?

BlocksLa creatività del traduttore. Entrambe le cose, verrebbe da dire. Nella traduzione la tecnica e il rispetto delle regole hanno un’importanza fondamentale, ma altrettanto importante è saper creare con la lingua. E non mi riferisco solo alle abilità necessarie per tradurre un testo in rima, una canzone, un gioco di parole, un gergo o semplicemente una prosa molto personale: anche un traduttore di manuali può imbattersi in un testo di partenza che richiede una certa dose di inventiva. Ad esempio questo:

Para ajustar la dureza de la dirección puede ajustarla con el regulador utilizando una llave allen del 2,5.

Decisamente, non basta un dizionario per sciogliere un simile nodo! A volte è il formato richiesto a imporre di trasformare una frase banale in un esercizio di pensiero laterale linguistico. Prendiamo un esempio tratto da un programma TV:

I hated you being absent too.

In un libro poteva diventare un elegante e affatto problematico “Anche a me è dispiaciuto moltissimo che tu non fossi presente”, ma quando la pronuncia un muratore australiano in mezzo secondo, il traduttore si deve inventare qualcosa per veicolare lo stesso significato in pochissimo tempo… ovvero, deve mettere all’opera la sua creatività.

Provo quindi a tentare una definizione della creatività del traduttore: consiste nella capacità di risolvere problemi linguistici. Per il traduttore essere creativo non significa avere una tela bianca, un tema libero e centinaia di colori a disposizione; la sua creatività è imbrigliata in quella altrui o in circostanze date e deve muoversi entro confini ben precisi per creare un testo originale, fluido e ricco di significato. E a mio parere queste limitazioni, lungi dal tarpare l’inventiva, diventano un forte stimolo a creare qualcosa di nuovo.

Computer keys

Come allenare la creatività? Qualsiasi abilità deve essere tenuta in allenamento e migliorata. E se un traduttore deve continuamente aggiornare le proprie conoscenze e le proprie tecniche, perché non farlo anche con la creatività? Il prerequisito più importante per qualunque traduttore, al contrario di quanto molti pensano, non è conoscere alla perfezione le lingue da cui traduce, bensì… conoscere e amare la propria lingua madre, saperla plasmare e modellare. Per poter scatenare la propria creatività linguistica è necessario padroneggiare tutti gli strumenti a disposizione: dal lessico alle strutture, dai registri ai modi di dire, e soprattutto voler bene alla lingua per non farle del male! Per migliorare queste competenze il consiglio apparentemente più banale, ma fondamentale, è leggere e ascoltare qualsiasi cosa, facendosi incuriosire dalla lingua ancor prima dei contenuti. Un traduttore non fa differenza tra I Promessi sposi e l’autobiografia di Totti, tra l’editoriale del Sole 24 Ore e la multa per divieto di sosta, tra Superquark e Peppa Pig: qualsiasi contesto e registro ha pari dignità. Altrettanto importante è leggere traduzioni altrui (perfetti i libri con testo a fronte o i film in lingua originale con i sottotitoli) per individuare tecniche e soluzioni che possono tornare utili.

Giochi per stimolare la creatività. Frequentare un corso di scrittura creativa e senz’altro un ottimo sistema per migliorare la propria creatività, ma ci sono altri metodi che possiamo sfruttare quotidianamente, dalla Settimana Enigmistica, perfetta per ampliare il lessico, a Tabù, che ci trasforma in generatori istantanei di sinonimi e perifrasi. Un gioco carino da fare in compagnia quello del dizionario: un giocatore sceglie dal dizionario una parola che gli altri non conoscono e tutti devono scrivere una definizione plausibile. I biglietti con le definizioni, compresa quella corretta, vengono letti e poi si vota; chi prende più voti vince. Sembra un gioco da nerd ma con la compagnia giusta può davvero svoltare una serata, ed è un ottimo esercizio creativo. Una variante più letteraria è “plagio”: vale lo stesso principio, ma con frasi tratte da romanzi famosi.

stockvault-notebook-and-pen136687Naturalmente anche scrivere è fondamentale: è un’abilità che richiede una piccola dose di propensione iniziale, ma si può e si deve allenare con la pratica. Il tempo per scrivere un romanzo manca? Si può provare con i microracconti, sull’esempio di maestri come Cortázar o Jodorowski. Uno dei più famosi è quello dello scrittore sudamericano Augusto Monterroso:

Cuando despertó, el dinosaurio todavía estaba allí.

Un piccolo capolavoro di ambiguità ed equilibrio sintattico capace di riunire al tempo stesso ben tre generi letterari: fantastico, terrore e poliziesco. Questo microracconto è davvero breve, ma si può arrivare anche a dieci o quindici righe. Un’altra idea molto stimolante è quella di Six Word Stories, una sfida di analisi, sintesi, originalità, fluidità e chi più ne ha più ne metta (tutte doti richieste a un traduttore, del resto). Sei parole vi sembrano poche? Hemingway ne ha fatto un’opera da brividi

For sale: baby shoes. Never worn.

L’iniziativa ha preso piede anche in Italia e sono molti i siti che raccolgono questi miniromanzi.

Scrivere diari privati e blog pubblici è senz’altro un ottimo allenamento. Chi vuole tentare un’esperienza un po’ diversa può provare con il diario collettivo (in rete si trovano varie iniziative, ma potete lanciarne una voi): si tratta di descrivere piccoli stralci di quotidianità seguendo le regole della scrittura oggettiva, evitando aggettivi, valutazioni personali, verbi in prima persona, discorsi indiretti. Sembra semplice, ma non lo è affatto, se non puoi scrivere Antonio sembra triste (soggettivo), bensì Antonio cammina a testa bassa (oggettivo), oppure devi ricordarti di sostituire C’è aria di pioggia con Soffia un vento carico di umidità. Insomma, anche questo è bell’un esercizio di pensiero laterale che per di più insegna a “scomparire” nel testo e ad attenersi alle sue regole, proprio come dovrebbe fare un bravo traduttore.

Riassumendo, il traduttore è un creativo che si muove in mondi chiusi, limitati, irti di ostacoli e regole da seguire. La sua creatività consiste fondamentalmente nel risolvere problemi linguistici per creare testi equivalenti a quelli di partenza e al contempo fluidi e originali. Per farlo si serve di varie tecniche e competenze che vanno allenate; stimola la propria creatività leggendo, scrivendo, ascoltando e curiosando tra testi di ogni genere, contenuto e registro, in modo da sviluppare le doti mimetiche che gli consentano di scomparire in testi sempre diversi.

Per il traduttore la scrittura è strumento di lavoro e ginnastica mentale, quindi… volete provare a lasciare il vostro microracconto o la vostra six word story nei commenti?

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