Ho’oponopono per freelance

Cari Linguaenauti,

come forse vi sarete accorti dalla minore attività sul blog e sui social network, gli ultimi mesi sono stati davvero fin troppo intensi, al punto che ho dovuto trascurare questa mia piccola creatura per dedicarmi anema e core al lavoro. Eh sì, come leggiamo spesso sui blog, questo compreso, se i freelance hanno una certezza è che il flusso di lavoro non è mai prevedibile: l’impegno fisico e mentale segue un andamento totalmente casuale e il primo che troverà la funzione per calcolarlo avrà la stima eterna di tutti noi [stavo per scrivere “verrà ricoperto d’oro”, ma questa è la seconda certezza dei freelance… non succede! (A questo proposito, vi ho mai raccontato di quando l’impiegata di una società che doveva pagarmi una fattura di 1.740,00 euro ha dimenticato di inserire la virgola, e mi sono vista accreditare sul conto 174.000 euro? Ah, ho passato due giorni a rimirare il saldo sull’home banking… finché lo storno non è piombato inesorabile a troncare i miei sogni di gloria.)]

Bag and beach accessories kept on sand

Tornando a noi: come avrete capito l’esaurimento è dietro l’angolo, quindi con questo post vi saluto, nella speranza di “rinfrancar lo spirito tra un’ondata di calore e l’altra” e di tornare a settembre con un po’ di calma e carica in più. L’estate è il momento giusto per fermarsi un momento a riflettere su se stessi, su quello che abbiamo realizzato durante l’anno e sui buoni propositi per quello a venire (siamo d’accordo sul fatto che il vero capodanno è il quindici di agosto, no?), quindi ho pensato di lasciarvi con una nuova parola intraducibile e, vista la smania per infradito e/o magliette a fiori che generalmente prende un po’ tutti in questo periodo, nientepopodimeno che hawaiana. Se infatti l’inverno scorso abbiamo parlato di hygge, quella sensazione coccolosa perfetta per rincantucciarsi davanti al fuoco con una cioccolata bollente, ora vorrei dirvi due parole su Ho’oponopono, una parola ugualmente difficile da pronunciare ma altrettanto ricca di significati e decisamente più estiva.

Ho’oponopono significa più o meno “rimettere le cose al posto giusto, correggere un errore” ed è una pratica tradizionale hawaiana di origine antichissima, il cui scopo è aiutarci a lasciar andare i pesi inutili. Insomma, è un metodo per scaricare le emozioni negative e ricominciare da capo; una piccola rinascita di corpo e mente che, se ci pensate bene, è proprio quello che per istinto cerchiamo di fare in estate.

L’Ho’oponopono è semplicissimo: consiste nel ripetere quattro enunciati fino a liberarci dai pensieri che ci opprimono, compresi quelli di cui non siamo consapevoli. Il segreto? Dobbiamo rivolgerle essenzialmente a noi stessi. Eccole qui:

  • mi dispiace
  • perdonami
  • grazie
  • ti voglio bene

Delusi? Be’, sappiate che chi pratica l’Ho’oponopono sostiene che ripetere questo semplice mantra più volte di fila tutti i giorni sia un toccasana per liberarci dalle zavorre che ci angosciano e, in definitiva, sentirci più felici.

Perché è una pratica che può risultare utile ai freelance?

Be’, innanzitutto perché è molto semplice (già ci rompiamo la testa su troppe cose, perché complicarci ulteriormente la vita con elaborate meditazioni?), si può fare ovunque e richiede pochissimo tempo. Secondo, perché il senso dell’Ho’oponopono si applica perfettamente anche all’ambito lavorativo: quante volte non ci sopportiamo perché non riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi o non siamo all’altezza delle nostre aspettative? Quante volte non riusciamo a riconoscere i nostri errori o a perdonarci per averli commessi? E quante volte non ci diamo il giusto riconoscimento per i risultati che otteniamo, ma tendiamo a sminuirli o a dimenticarli presto? Inoltre il concetto alla base dell’Ho’oponopono è che tutto ciò che ci capita, positivo o negativo che sia, dipende esclusivamente da noi; e un freelance sa benissimo che funziona proprio così. Insomma, un po’ di comprensione e gratitudine per noi stessi non possono che farci del bene, e forse l’estate è il momento giusto per cambiare prospettiva.

Cari amici, ci rileggiamo a settembre! E se nel frattempo qualcuno vuole provare a mettere in pratica l’Ho’oponopono (in rete si trovano diversi video che spiegano come fare) non sia timido e ci racconti com’è andata.

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