Come non inaugurare la sezione del blog dedicata agli errori di traduzione più clamorosi della storia con un fattaccio che riguarda proprio… la lingua?
Tutti noi alle elementari abbiamo studiato l’anatomia della lingua, le papille gustative, le loro funzioni e così via. Ricorderete che ci è stato dato uno schema colorato che illustrava con rigore scientifico le zona deputate a percepire i diversi gusti: il dolce sulla punta, il salato poco dietro e ai lati, l’acido un po’ più all’interno e l’amaro verso il retro. E tutti abbiamo fatto l’esperimento di assaggiare vari cibi posandoli sulle diverse zone… ma alzi la mano chi non ha avuto qualche perplessità nell’accorgersi che sfiorando l’aceto con la punta della lingua il sapore acido si sentiva benissimo? E che il dolce si gustava perfettamente anche infilando il cucchiaino di zucchero in fondo al palato? Non potevamo certo dirlo alla maestra, ma il dubbio c’era eccome.
Tranquilli: non avevate le papille gustative interrotte come nella famosa canzone di Elio e le Storie Tese. Il problema è dovuto a un grossolano errore di traduzione che risale ben al 1901, quando venne pubblicato l’articolo in tedesco Zur Psychophysik des Geschmackssinnes. L’articolo in realtà spiegava che la maggior parte delle papille si trovano sui bordi della lingua, mentre sono più rade al centro; tuttavia lo psicologo americano Edwin G. Boring, evidentemente più interessato alla lingua che alle lingue e senz’altro dotato immaginazione, ha interpretato l’articolo a modo suo e ne ha tratto la famosa mappa che tanto successo ha avuto nelle scuole di tutto il mondo. E nonostante nel 1974 la scienziata Virginia Collins abbia svelato l’inghippo, la teoria del traduttore maldestro è rimasta in voga per altri decenni. Come si dice: quando la traduzione supera l’originale!
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