I 7 regali dell’Erasmus

SOFIACORRADI-300x258Oggi ricorre la festa dell’Europa e il presidente del Parlamento europeo Martin Schultz premierà una donna che ha contribuito più di molti politici a unire il nostro continente. Lei è Sofia Corradi, mamma Erasmus per gli amici, e tutto nacque negli anni ’60, quando la sua università romana non le convalidò un prestigioso master alla Columbia University. «Mai sentita», le contestarono; lei incassò ma non si diede per vinta e in vent’anni di battaglie riuscì a scavare le fondamenta di quella che sarebbe diventata l’esperienza formativa più indimenticabile per generazioni di studenti, quasi un rito di passaggio che accomuna ormai quattro milioni di europei. Perché la borsa Erasmus è tante, tantissime cose: per molti la prima e forse unica occasione per studiare all’estero (e da questo punto di vista rappresenta un grande passo avanti per il diritto all’istruzione), e per tutti è stata un’esperienza che ha lasciato il segno.

ErasmusMa cosa significa fare l’Erasmus? Be’, un blog di lingue non può che sottolineare quanto sia importante immergersi in un’altra cultura (che poi spesso significa molte culture e molte lingue, perché il mondo Erasmus è una piccola Europa indipendentemente dalla città in cui si va a studiare), ma in realtà è molto più di questo. Così, un po’ come una sorella maggiore, dato che il mio Erasmus a Salamanca risale al lontano 2002/2003, ho provato a stilare una lista di tutto quello che mi ha insegnato al di là delle lezioni universitarie… e che in gran parte ho capito a distanza di anni. Perché per quante esperienze tu faccia dopo, l’Erasmus è come il primo amore: non si può dimenticare.

1. Ti insegna a essere te stesso

Quanto parti per l’Erasmus ti lasci alle spalle la tua vita precedente: arrivi da solo in un posto nuovo, dove non conosci nessuno e soprattutto nessuno conosce te. Angosciante? No, tutto il contrario: in un certo senso puoi ricominciare da capo, liberarti dai piccoli o grandi condizionamenti di cui come tutti sei “vittima” nel tuo ambiente e metterti alla prova con le persone che incontrerai, e anche con te stesso. In Erasmus parti da zero e ti presenti come sei, sapendo che nessuno si aspetta niente da te e che tu non devi niente a nessuno. È un’occasione per conoscerti, liberarti da qualche fardello, riflettere su chi sei davvero… e magari cambiare quello che non ti va.

2. Ti fa crescere

Hai mai aperto un contro corrente (in un’altra lingua), affittato casa (in un’altra lingua), organizzato piani di studio (in un’altra lingua) convissuto con degli sconosciuti (in molte altre lingue)? Nonostante sia considerato l’esperienza giovanile per antonomasia, per tantissimi studenti l’Erasmus è una sorta di prima prova di vita davvero indipendente e adulta. Devi assumerti molte responsabilità e decidere da solo; è un momento di crescita, in cui superi paure e inibizioni, scopri cosa sei in grado di fare… e anche i tuoi limiti. Il tutto però condito da una spensieratezza e una capacità di adattamento che ti salvano in qualsiasi situazione, e che faresti meglio a non dimenticare quando la vita adulta ti attanaglierà davvero.

3.  Ti spinge a comunicare

Gli studenti di lingue in teoria partono avvantaggiati, ma vi assicuro che un paio d’anni di studio sui libri non sono nulla quando ti trovi immerso continuamente in una lingua pressoché sconosciuta e devi usarla per fare le cose di cui sopra. L’unica soluzione è buttarsi, recepire il più possibile, imparare a ritmi serrati, fino al giorno in cui la nuova lingua si schiude come il cancello di un giardino segreto e ti sembra di parlarla da una vita. È un momento magico, in cui smetti di sentirti straniero e provi un senso di appartenenza commovente; capisci che quella lingua e quel luogo saranno tuoi per sempre, che alcune parole non avranno mai una traduzione all’altezza di ciò che significano per te e che altre sono entrate nel tuo vocabolario per restarci. Ma capisci anche un’altra cosa altrettanto importante: che la tua lingua madre è un luogo del cuore insostituibile, e che ogni tanto una bella chiacchierata con un altro italiano, spontanea e senza barriere, è confortante come la camomilla della sera e riesce a farti sentire a casa, ovunque.

4. Ti apre le porte di un mondo nuovo

Hai presente tutto quello che conoscevi e ti piaceva prima di partire? Be’, al tuo ritorno capisci che è solo una piccola parte di te. In  Erasmus sei in su un pianeta totalmente diverso, che puoi saccheggiare a volontà: nel tuo bagaglio personale entra una quantità di film di autori mai sentiti prima, di musica sconosciuta fino ad allora, di piatti nuovi ed evocativi, di espressioni ormai irrinunciabili, di viaggi ed esperienze, di conoscenze su una cultura che per quanto cugina è stata una sorpresa continua. E il tuo paesaggio interiore cambia notevolmente grazie al tesoro più prezioso dell’Erasmus: tutte le persone più o meno speciali che conosci, molte delle quali rimangono tue amiche per la vita.

5. Ti insegna cos’è la nostalgia. Quella vera.

Certo, l’Erasmus è un’esperienza esaltante e non vorresti mai tornare a casa; ma la realtà è che prima o poi la nostalgia colpisce chiunque come un calcio nello stomaco, e a tradimento. Può arrivare quando senti la voce di tua madre al telefono, il giorno del compleanno di un amico o quando vedi una foto del tuo giardino in primavera, ma non puoi sfuggirle; è il momento in cui la tua vita di prima ti manca da morire, ti chiedi cosa facciano gli amici senza di te e daresti qualsiasi cosa per entrare nella tua camera anche solo per un’ora. Terribile? No, perché al tuo ritorno troverai tutto com’era prima, e in fondo lo sai. La nostalgia vera, l’Erasmus te la insegna quando torni a casa. Quando un mattino ti svegli in un letto che non è quel letto, bevi un caffè che non è quel caffè, apri una porta che non dà su quella strada, quella facoltà, quegli amici, quella vita, e realizzi che quel mondo non potrebbe mai tornare per quanto ti impegnassi. Capisci che è perduto, passato, svanito per sempre. Allora sì che fa male davvero.

6. Ti fa capire se è vero amore

Diciamolo senza mezzi termini: l’Erasmus mette la tua relazione a dura prova, e non solo perché conosci un sacco di gente nuova, ma perché guarda caso è tutta incredibilmente interessante. Il motivo? Quando sei all’estero da solo hai sete di relazioni, ma soprattutto sei molto meno soggetto ai pregiudizi. Le persone che in patria considereresti un po’ tamarre lì ti appaiono irresistibilmente genuine, fatichi a individuare i pedanti perché non domini la lingua, più qualcuno è diverso da te più ti incuriosisce e hai voglia di conoscerlo meglio. Insomma, si apre un panorama molto più ampio e stimolante… spesso con buona pace di chi ti aspetta a casa. Ma le buone notizie sono due: la prima è che gli amori che sopravvivono indenni a un Erasmus sono destinati a durare tutta la vita; la seconda è che, secondo le statistiche, i figli di coppie nate in Erasmus sono ormai un milione. Non tutto il male viene per nuocere, evidentemente!

7. Ti regala occhi nuovi

Quando parti sei pieno di aspettative, ricettivo al massimo, pronto a scoprire, conoscere, esplorare. Le persone ti sembrano tutte speciali, le città magnifiche, l’università perfetta, il divertimento inarrivabile. È come se qualcosa dentro di te cambiasse e ti facesse vedere tutto con altri occhi. Vuoi vivere tutto a pieno, e ci riesci, perché in fondo sai che quei momenti non torneranno e devi approfittarne qui e ora. E la cosa bella è che quella sensazione non passa, perché ci hai fatto l’abitudine e hai capito quanto ti fa stare bene. Al tuo ritorno scopri che anche la tua città ha degli scorci incredibili, che la tua università non è niente male, che anche lì è pieno di gente interessante e di cose da fare, e soprattutto ti rimane una gran voglia di viaggiare e scoprire ancora. Non è un miracolo: semplicemente, vivere all’estero allarga i tuoi orizzonti e ti insegna a riconoscere il bello che c’è. E questo è forse il regalo più speciale che ti fa l’Erasmus.

Perciò grazie professoressa Sofia, che con la sua determinazione ha fatto tanto per milioni di europei e per l’Europa come istituzione. E grazie anche a quel segretario che ha dato inizio a tutto quanto con la sua buona dose di ottusità. A proposito: chissà se i suoi nipoti in Erasmus ci sono andati…

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12 risposte a "I 7 regali dell’Erasmus"

  1. Non mi è mai capitato di commentare l’ articolo di un blog, perché non mi è mai capitato di trovarmi tanto d’accordo con quanto scritto. Queste parole mi hanno fatto profondamente commuovere e danno un quadro preciso di ciò che significa fare l’Erasmus. Con pochi punti si è descritto precisamente l”uragano di emozioni che coinvolge chi parte.Complimenti sinceri
    Stefania

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  2. Leggo e rileggo questo articolo, trovato per caso su wordpress. Grazie davvero, perché hai messo per iscritto sensazioni e sentimenti che non riuscivano a trovare un modo adatto per essere espresse! Bellissimo articolo e assolutamente vero e comprensibile da tutti coloro che sono stati o sono in erasmus.
    Once erasmus, always Erasmus!

    Liebe Grüße aus Bochum! ❤

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