I magi erano maghi? Curiosità etimologiche

Secondo la tradizione cristiana sono arrivati tredici giorni dopo il Natale per portare i loro doni al bambinello, e questo lo sappiamo tutti. Ma alzi la mano chi sa davvero cosa significa “magi” (e anche mirra, ma questa è un’altra storia)! La sottoscritta linguaenauta se l’è chiesto e ha fatto una breve ricerca linguistica, che come spesso accade l’ha portata lungo rotte inaspettate.

Magi

Il Vangelo di Matteo è l’unico a citare, senza darvi troppa importanza, l’arrivo a Betlemme di alcuni “magi d’Oriente”, guidati da una stella, per onorare Gesù bambino donandogli oro, incenso e mirra. Dal terzo secolo, forse basandosi sul numero dei doni (un numero di grande tradizione, del resto), si parlò di tre magi, che in seguito furono detti re. I nomi Gaspare, Melchiorre, Baldassarre sono attestati alcuni secoli dopo.

Perché “magi”?

Il termine deriva dal greco mágoi (latino magi) e secondo lo storico Erodoto in origine indicava i membri una delle sei tribù in cui era suddiviso il popolo dei Medi (antica stirpe iraniana), quasi certamente appartenenti alla classe sacerdotale. Quando i persiani conquistarono la Media il termine assunse il significato generico di sacerdote. E qui arriva il primo scarto linguistico che ci interessa: successivamente, nel mondo classico, i magi vennero assimilati ai sacerdoti della religione babilonese (Caldei), che praticavano l’astrologia e la magia: da allora in Occidente il termine mago assunse l’attuale significato di fattucchiere. Tant’è che alcune comunità di magi persiani si opposero a questa variazione linguistica che rischiava di assimilarli a degli stregoni e decisero di chiamarsi magusei, dall’aramaico magusayê.

 Questa divergenza semantica si riscontra anche nel paradigma del termine: il singolare di magi infatti è magio, una forma popolare ricavata dal plurale per distinguerla da mago (plurale maghi). In conclusione, i magi erano dei sacerdoti sapienti, molto probabilmente cultori di Zoroastro, e non hanno nulla a che vedere con i maghi come li intendiamo oggi.

Un altro aspetto interessante è che i magi non appartenevano a un unico popolo: i vangeli apocrifi e le varie leggende che parlano diffusamente di questi visitatori giunti da lontano spiegano che i tre (o quattro, sei, dodici… a seconda delle tradizioni) percorrono strade diverse per seguire la famosa stella cometa e si incontrano solo alla fine del viaggio, in un trivio presso il monte Calvario. E… sorpresa: parlano lingue diverse, ma nonostante questo si capiscono alla perfezione! Dal punto di vista simbolico viene evocata la ricomposizione di Babele, quando tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole (Genesi 11, 1).

magi-2Nei secoli i magi d’Oriente hanno scatenato l’immaginazione popolare e la loro vicenda si è arricchita di dettagli sempre più esotici e sontuosi, fino a garantire loro un nome e persino un regno. Le tradizioni non sono proprio concordi: il Vangelo arabo dell’infanzia li chiama Hormizdah re di Persia, Yazdegard re di Saba e Perozadh re di Seba, mentre in diverse cronache del Medio Oriente sono chiamati Larvandad, Hormisdas, Gushnasaph, Kagba o Badadilma. I nomi Melchiorre, Gasparre e Baldassarre che sono giunti fino a noi sono stati tramandati dall’Excerpta Latina Barbari (letteralmente: “stralci in pessimo latino”), la versione dal greco di una variazione della Chronica Alexandrina (V o VI secolo) tradotta così malamente da un anonimo merovingio nell’VIII secolo da ottenere il nome poco lusinghiero con cui oggi è conosciuta.

Tutto questo vale naturalmente per l’italiano, mentre in altre lingue la distinzione magi/maghi non si trova. È il caso ad esempio dello spagnolo, che ha permesso a Quino questo gioco di parole…

Captura2

…il quale, sommato al fatto che nella tradizione ispanica i regali si scambiano all’Epifania, deve aver creato non pochi problemi al traduttore italiano! Cito a memoria: “Per fortuna Babbo Natale è santo, altrimenti non saprebbe mai cosa gli chiediamo noi analfabeti”. Che ne dite? Voi come vi sareste districati in questo ingorgo traduttivo?

Buona Epifania!

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9 risposte a "I magi erano maghi? Curiosità etimologiche"

  1. Un approfondimento : perché il termine magoi per i magi è diventato re ,studiosi ed eruditi orientali..
    Invece per Simon mago negli Atti degli apostoli , magoi diventa dispregiativo ,mago,illusionista ciarlatano,
    Eppure la parola in greco è uguale per tutte e due le situazioni?
    Forse hanno effettuato nei secoli un maquillage ??

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  2. Direi che anche in Italia la tradizione vuole che i regali si scambino all’epifania e che in Mafalda il gioco si sarebbe potuto fare con la “befana”. Sinceramente sento molto lontano il riferimento a “Babbo Natale”, ormai anche in Italia si è consolidato come personaggio che porta i regali ma negli anni di pubblicazione di Mafalda credo che la befana ancora gli tenesse bene testa nell’immaginario di piccoli e grandi… Tenendo conto che Mafalda viene letta anche da un pubblico adulto o giovanile che conosce perfettamente la befana e ancora tenendo conto della responsabilità come traduttori di mantenere i riferimenti alle tradizioni culturali italiane e mille altre cose… Avrei preferito un riferimento alla befana che si sarebbe potuto fare visto che è una sorta di strega. Ma questa è una mia modesta opinione, immagino che il traduttore o la traduttrice abbia fatto le use riflessioni prima di decidere come renderlo in italiano.

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    1. Ciao Michela,
      grazie per l’ottima riflessione. Se non sbaglio la striscia in questione si inseriva in una serie dedicata all’arrivo dei regali, letterine e quant’altro, quindi forse questo ha impedito al traduttore di cambiare personaggio. Ma in altri contesti poteva essere un’ottima idea 😉

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